Giovanni Battista Gigola (1769 - 1841)

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Giovanni Battista Gigola (Brescia 1769 - Tremezzo 1841) è stato un pittore del XIX secolo. Nella città di Brescia del XVIII secolo, tra le mura della sua casa, nacque un talento destinato a diventare uno dei più grandi miniatori italiani. Con una maestria innata nel creare ritratti miniati su avorio, Gigola si fece presto notare per la sua abilità nel riprodurre con precisione i lineamenti dei suoi soggetti. Dopo aver perfezionato la sua arte a Bergamo, Milano e Roma, Gigola si recò a Parigi, dove studiò le tecniche dei celebri miniatori francesi e dei maestri fiamminghi. Tornato in Italia, Gigola ottenne la protezione del potente mecenate Mennati e l'ammissione alla Corte di Eugenio Beauharnais.

Qui continuò a creare opere di grande eleganza e raffinatezza, rivitalizzando la tradizione degli antichi maestri nella miniatura su avorio, smalto e pergamena. La sua fama crebbe rapidamente grazie ai ritratti miniati delle famiglie Trivulzio e Borromeo, nonché alle splendide copie delle opere letterarie "Giulietta e Romeo" di Da Porto, "Il Corsaro" di Byron e "Il Decamerone". Le opere di Gigola, apprezzate anche dai principi e dai collezionisti, sono ancora oggi oggetto di ammirazione e studio. Tra le sue miniature più famose si possono citare "Amore e Venere", "Leda col cigno" e il ritratto del nonno paterno Giuseppe Vietti. Numerosi sono anche i suoi lavori conservati alla Biblioteca Ambrosiana di Milano e alla Pinacoteca Tosio di Brescia. Nel 1878, alla Mostra dell'Arte bresciana, furono esposte molte delle opere di Gigola, tra cui le illustrate pergamene de "Il Corsaro" di Byron e il ritratto su pergamena di Eugenio Beauharnais, che testimoniavano la straordinaria abilità e maestria del grande artista bresciano.

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